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Il fondo nuove competenze sarà davvero una possibilità per le imprese?

Il DL Rilancio del 19 maggio 2020 introduce all’art. 88 il Fondo Nuove Competenze nell’ambito delle misure urgenti in materia di lavoro e politiche sociali.
In sostanza si prevede la possibilità che imprese e sindacati possano realizzare mediante contrattazione collettiva territoriale o aziendale, la conversione temporanea dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative in percorsi di formazione. Gli oneri relativi alle ore di formazione, comprensivi dei contributi previdenziali e assistenziali, saranno pagati dal “Fondo Nuove Competenze”, dotato di 230 milioni di euro e gestito dall’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro (ANPAL).

Il Fondo di cui si sa ancora poco, può diventare un importante attore nel rapporto sindacato-impresa-territorio dato che si punta all’incentivazione dell’autonomia aziendale.
Va considerato che i prossimi mesi saranno piuttosto intensi dal punto di vista delle politiche del lavoro, coloro che si ritroveranno in situazioni di crisi o di riorganizzazione del personale e dei rispettivi orari di lavoro potrebbero aver bisogno di riconvertire parte del loro tempo produttivo per sviluppare un nuovo set di competenze digitali da agganciare alle nuove modalità lavorative.

Si capisce come la volontà del Ministero sia cercare di contenere possibili contrazioni lavorative e salariali con la possibilità di sostenere direttamente attività di accompagnamento per le nuove competenze richieste dal mercato del lavoro, mettendo nuovamente al centro il concetto di formazione continua.

Gli addetti ai lavori si sono interessati fin da subito a questo nuovo istituto pur non conoscendo ancora il meccanismo di funzionamento. Ciò che ad oggi sappiamo è che la scelta del Governo non è stata di integrare il fondo nei già presenti e consolidati fondi interprofessionali, anzi potrebbero essere proprio quest’ultimi a dover sovvenzionare parte delle risorse, ma di conferirli ad ANPAL con il rischio di allungare considerevolmente i tempi di fruizione e di agganciare una burocrazia senza fine. Ne sapremo di più nel prossimo decreto ministeriale, da emanare entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del DL, a cui è affidata l’individuazione delle modalità e dei criteri di applicazione della misura.

L’auspicio è che la fattiva collaborazione nelle relazioni industriali possa far decollare un fondo che se pur non particolarmente “ricco” sarà comunque sinonimo di una ripresa che guarda al futuro con coscienza.